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Channel: Videogiochi – Cronache di un disadattato
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giochi, giochi, giochi

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    E’ davvero un periodo d’oro per i nerd come me! Già da settembre, ma soprattutto tra ottobre e novembre, sono usciti e stanno continuando a uscire dei veri Gioconi! Sia sul fronte PC che su quello console, infatti, è in atto una vera e propria invasione, che non lascia il tempo per gustarsi a pieno un titolo prima di buttarne sul mercato un altro. E’ il periodo buono per farsi una bella scorta e giocarsi con comodo tutto durante il letargo del mercato videoludico, che di solito comincia dopo il natale.
    Non sono l’unico che se ne è accorto, visto che su Ctrl-Alt-Del il deficiente di Ethan ha trovato un modo assurdo per giocare due giochi contemporaneamente.
    Ecco quindi la mia listina di mini-recensioni per la fraccata di giochi che ho giocato (e nella maggior parte dei casi finito) in questi ultimi due mesi. Potrebbe magari farvi comodo per appuntare la vostra lista di regali di natale (sia da fare che da ricevere, si intende. :D ).

PC
    Sul fronte PC vige da sempre, in ambito videoludico, il motto "pochi ma buoni". Che c’entra, escono anche un sacco di giochi dimmerda, ma non con la copiosità tipica delle console. Noterete comunque da soli che i titoli che ho giocato su PC sono molto meno numerosi di quelli che ho giocato sulla Wii.

BIOSHOCK
    Un gioco così lo aspettavo da anni. "Perfetto" è l’unica parola in grado di descriverlo. Tecnicamente, ha un motore che è graficamente stupendo (e che ha portato sugli schermi una cosa mai vista: un intera città sommersa!) e nonostante questo ha una scalabilità folle, tanto che l’ho giocato tutto con i dettagli quasi al massimo, pur abbassando un poco la risoluzione, persino sul mio PC che non è certo l’ultimo ritrovato della scienza, soprattutto riguardo al comparto video.
    Ma la vera forza di questo gioco, passando sopra anche alla giocabilità ineccepibile, è la potenza della storia di Rapture, la città sommersa di cui sopra, curata nei minimi dettagli in una sceneggiatura che non sfigurerebbe (anzi, metterebbe in imbarazzo parecchi film) al cinema.
    Un capolavoro sotto tutti gli aspetti, assolutamente da giocare almeno una volta nella vita. E’ già un classico.

SAM & MAX – SEASON 1
    Sam & Max rappresentano uno dei giochi in assoluto più belli, e in particolare nel genere delle avventure grafiche, mai programmati. Il primo Sam & Max (Hit the road) è targato Lucasarts (ovviamente) ed è uscito nel 1993. A distanza di dieci anni, Steve Purcell (il creatore del fumetto da cui il videogioco è stato tratto) propose alla Lucasarts la creazione di un nuovo videogioco dei due strani investigatori. La produzione del gioco cominciò e venne presto stroncata dalla Lucas stessa, perchè "il mercato al momento non è più adatto alle avventure grafiche", dimostrando una dimestichezza con il mercato videoludico davvero scarsa, visto che proprio in quel periodo cominciarono ad uscire decine di nuove avventure grafiche, alcune anche piuttosto belle, e in generale realizzate ad opera d’arte. Fu davvero un passo falso per la Lucas, infatti Purcell se ne andò con i diritti dei suoi personaggi alla TellTale Games e diedi inizio alla creazione del nuovo gioco di Sam & Max.
    Qualche anno dopo, e siamo ai giorni nostri, uscì il primo episodio di questo nuovo videogioco, pubblicato appunto a puntata secondo un metodo sperimentale di distribuzione, tentato anche dal brand Half Life e Sin (titolo ripescato dalle nebbie del passato, dove -imho- poteva rimanere, ma vabbè). Fu anche l’unico a vedere il successo di questa operazione, fallita in parte con HL e completamente con Sin (anche se sembra che la Ritual, la casa creatrice del titolo, sia stata recentemente acquisita da una casa più grande intenzionata a ritirare fuori i Sin Episodes).
    Beh, oltre che commercialmente, l’operazione è riuscita perfettamente anche a livello artistico, in quanto gli episodi di questi nuovi Sam & Max, completamente in 3D sono la cosa più divertente uscita per PC negli ultimi anni.
    La prima stagione è acquistabile presso il sito della Telltale o attraverso gli altri portali di acquisti online. Fate attenzione alla versione che scegliete di acquistare, perchè solo le scatole distribuite in Italia contengono i file con i sottotitoli in italiano (e a meno che non parliate un buon inglese e conosciate anche un po’ di slang americano, rischiate di capire ben poco delle argute battute e giochi di parole contenuti in queste perle di giochi)!
    E’ inoltre già cominciata la seconda stagione, di cui potete scaricare la prima puntata dal sito della telltale. Gli episodi si possono acquistare di volta in volta digitalmente, per poi scalare il loro prezzo a fine stagione sull’acquisto del cofanetto che contiene tutti gli episodi, e di solito un sacco di altra roba.

JERICHO
    Dal genio dello scrittore horror Clive Barker, una nuova gemma videoludica dopo l’immenso Undying.
    Jericho rappresenta a mio avviso la più grande variazione sul tema degli ultimi anni, riguardo agli FPS. Questo gioco si basa molto sull’impatto cinematografico per sconvolgere il giocatore, e questo si ripercuote sul gameplay grazie ad una visuale molto mossa, mai ferma ma sempre fluida, come se invece di stare guardando il gioco attraverso gli occhi del protagonista, fossimo invece una telecamera montatagli sulla testa, o piuttosto… Uno spirito che prende possesso del suo corpo.
    Jericho parla infatti di uno speciale corpo militare governativo addestrato all’uso delle armi, alle tattiche militari e dotato di speciali poteri paranormali. All’inizio del gioco, dopo un paio di livelli che hanno la funzione di tutorial, il capitano di questa squadra (e all’inizio l’unico personaggio che potremo controllare) viene ucciso. Ma noi continuiamo ad interpretare lui, o meglio il suo spirito. Grazie alla coerenza narrativa di Barker, infatti, controllando lo spirito del Capitano Ross potremo scegliere di possedere i corpi degli altri sei membri della squadra, e usare di volta in volta le loro armi e i loro poteri paranormali.
    Ed è dal quel momento in poi che la genialità di Jericho trasformerà l’esperienza in qualcosa di mai visto. Ogni situazione infatti è affrontabile in decine di combinazioni diversi, proprio per merito di questo sistema di controllo.
     Si può decidere di restare nelle retrovie controllando il prete del gruppo, che dispone di una coppia di pistole a medio/lungo raggio e può curare i compagni caduti sul campo di battaglia; si può decidere di buttarsi nel vivo della mischia usando Church, una ninja armata di katana e di alcuni poteri demoniaci capaci di bloccare o tenere lontani i nemici, o usando Delgado, il classico omone incassatore che ha un minigun montato sul braccio destro, dove dimora anche un Demone del fuoco che gli conferisce la pirocinesi; oppure potremmo rimanere a metà strada, usando l’hacker della realtà Cole, che riesce a manipolare lo spazio e il tempo (oltre a creare ad esempio munizioni dal nulla per tutto il gruppo), o usando Black, la cecchina telecineta, capace di manovrare in aria il proiettile sparato per farlo passare attraverso tre bersagli diversi, o infine Johnes, che sa prendere possesso dei corpi nemici e utilizzare da lì la psicocinesi o la pirocinesi su altri nemici vicini (oltre a sbloccare leve e interruttori altrimenti irraggiungibili).
    La tensione e la bellezza narrativa, oltre alla complessità della caratterizzazione dei personaggi, assolutamente credibile, è garantita dal buon Clive Barker.
    Jericho è comunque un titolo piuttosto atipico, molto particolare, tanto che penso abbia piuttosto diviso il pubblico dei videogiocatori. Il mio consiglio è di provare la demo (1Gb), che per quanto breve rende piuttosto bene l’idea di quello che vi aspetta nel gioco completo.
    Due sono i difetti oggettivi di questo capolavoro: il primo e più grave è la longevità, perchè Jericho è davvero molto corto, e non si tratta di un gioco ad episodi. Il secondo è un problema di localizzazione, in quanto il doppiaggio italiano è davvero la cosa più orribile che ho avuto modo di sentire dai tempi del primo Hitman o di Rune. Nulla che non si possa aggirare, comunque, installando questa patch amatoriale che permette di giocare con l’audio in inglese e i sottotitoli e le altre scritte in italiano, se proprio non potete fare a meno di non giocarlo in lingua originale.

ORANGE BOX
    Parlavo nel paragrafo di Sam & Max della pubblicazione ad episodi, e di come Half Life sia riuscito nell’intento a metà… Si suppone che se si fa uscire un gioco ad episodi, ovvero giochi che si possono completare in due o tre pomeriggi, quanto meno il ritmo di uscita sia incalzante. E’ stato così per Sam & Max, che ne ha tratto il meritato successo, ma non per Half Life, che ha mantenuto piu o menò i ritmi classici della sua software house, la Valve.
    Proprio di recente è uscito però il cosiddetto Orange Box, che rappresenta però davvero un ottimo affare. Suddetto Box, acquistabile oltre che tramite i canonici mezzi anche attraverso Steam, contiene infatti un bordello di roba, nella fattispecie: Half Life 2 (completo), HL2 Episode 1, HL2 Episode 2 (il nuovo arrivato) e infine Team Fortress 2 e Portal, di cui parlerò in seguito.
    Episode 2 riesce in quello in cui Episode 1 aveva fallito. Episode 1 era ridicolmente breve; Episode 2 aumenta di quanto basta la durata del gioco per non pentirsi di averci speso i soldi. E1 cercava di riprendere lo stilema narrativo di HL2, riuscendoci solo in parte, mentre E2 lo fa alla grande. E1 mancava di avvenimenti, E2 ne è pieno. E1 risultava monotono e piuttosto scialbo, E2 è invece abbastanza vario sia come ambientazioni che come gameplay e in alcuni casi riesce a far immedesimare il giocatore in situazioni piuttosto inquietanti, così come succedeva in HL2 e non in E1.
    Promosso quindi questo nuovo episodio, e speriamo che alla Valve abbiano davvero cominciato a capire come devono funzionare i giochi ad episodi e non ci facciano aspettare un anno per il terzo capitolo.
    Pigliatevi un bello sfondo per desktop, tiè.
    Meriterebbe un capitolo a parte Portal, incluso nell’Orange Box ma acquistabile anche singolarmente, così come ogni gioco del Box. Portal è un mini-gioco da cinque-sei ore che vi immerge nei panni di una "volontaria" in uno strano esperimento. Vi verrà assegnata una strana arma capace di creare prima uno e più avanti nel gioco due portali collegati tra di loro che infrangono le regole dello spazio. Inserendo infatti un oggetto oppure se stessi in un portale, lo si vedrà uscire dal secondo, ovunque esso sia stato aperto. Difficile spiegare meglio a parole, guardatevi piuttosto qualche filmato su Youtube.
    La logica di questo fucile dà inizio ad una serie di 19 livelli-rompicapo in cui si deve trovare il modo di raggiungere l’uscita per il livello successivo, in una riuscitissima commistione di rompicapo a livelli di vecchissimo stampo e i canonici FPS moderni.
    Degno di nota l’esilarante AI che ci farà da guida, e che rappresenta in realtà anche la trama (si, c’è persino una trama!) del gioco, che ritengo una delle più originali e, al di là degli ovvi riferimenti a "2001: Odissea nello spazio" degli ultimi tempi, narrata con un inquietante umorismo che difficilmente si potrà scordare.
    Su Team Fortress 2, ahimé, non posso dire molto, visto che la versione che mi sono… uhm… procurato non funziona granché bene. ^___^’ So solo che il primo Team Fortress era un capolavoro di divertimento e giocabilità ed è stato ingiustamente scacciato dal podio dei giochi più giocati online dal maledettissimo Counterstrike.
     Spero che ora abbia l’opportunità di rifarsi, nonostante lo stravolgimento del look (l’originale aveva la grafica realistica del primo Half Life, questo seguito è in Cel Shading… Allo stato dell’arte, tra l’altro).

TOMB RAIDER ANNIVERSARY
    Giusto due righe, dato che ho smesso di giocarci dopo un paio di livelli. La serie di Tomb Raider è stata per grazia di Dio assegnata ai Crystal Dynamics, creatori della bellissima saga di Blood Omen/Soul Reaver. E dal capitolo scorso (TR Legend) posso finalmente tornare a pronunciare il nome di Lara Croft senza assumere un’espressione schifata. Il lavoro di questi ragazzi spicca ancora di più in questo Anniversary, perchè il nome altro non cela che un restyling molto approfondito nel primo, immortale Tomb Raider del 1997, seguito purtroppo da una mezza dozzina di giochi mediocri quando non orrendi.
    A parte l’impatto grafico esaltante, Anniversary ha saputo ricalcare lo stile del gioco originale aggiungendoci materiale extra e nuove acrobazie della cara Lara. Sembra davvero un bellissimo gioco, ho smesso di giocarci semplicemente perchè ho saputo del suo adattamento (e NON porting! Grandissimi!) per Wii, che dovrebbe uscire a metà dicembre.

THE WITCHER
   
Spasmodicamente atteso dalla comunità dei GDR, questo Witcher si è distinto dalla massa per la scelta coraggiosa di usare lo schifosissimo Aurora Engine (il motore del pessimo Neverwinter Nights 2, un gioco uscito qualche mese fa che ha la cera di un gioco del ’98) per creare un GDR d’azione (per non dire un Hack ‘n’ Slash).
    Il risultato a mio avviso è pessimo. L’Aurora Engine potrà magari non sfigurare su un PC ninja con tutto l’hardware aggiornato alla scorsa settimana, ma quanto a scalabilità è uno dei peggiori esperimenti su cui ho avuto modo di mettere le mani.
    Ho lasciato perdere Witcher dopo mezz’ora di gioco, colto da disperazione.

PAINKILLER OVERDOSE
    Sono un fan sfegatato degli FPS dove l’azione folle completamente priva di cervello la fa da padrona. Amo alla follia i giochi di Serious Sam e mi è piaciuto tantissimo anche Painkiller e relativa espansione (Battle out of hell).
    Questo Overdose nasce come mod amatoriale, poi promosso dagli stessi Dreamcatcher, creatori del gioco originale, a vera e propria espansioncina, in attesa di un Painkiller 2.
    Non è tuttavia il buon vecchio Daniel Garner il protagonista di questo gioco, ma il figlio di un Angelo e un Demone. Anche le armi sono completamente diverse. A me e a molti altri appassionati di Painkiller hanno fatto storcere il naso.
    Overdose parte piuttosto lento e fiacco: pochi mostri, poca azione, bassa difficoltà. Capisco che si debba venire incontro a chi a Painkiller non ci ha mai giocato, ma non esistono i livelli di difficoltà proprio per quello?
    Abbandonato dopo una mezza dozzina di livelli per noia e per il solito fastidioso problema della scheda video che mi affligge ormai da un anno (dopo un quarto d’ora di fuochi d’artificio mal dosati, dà schermo nero e tocca riavviare il PC).

WII

    Ah, meraviglia delle meraviglie. Non mi sono mai ritenuto un consolaro, anzi, ho sempre ritenuto superflue le console. Forse perchè non sono portato a giocarci, ma a mio avviso il PC è una macchina da gioco imbattibile sotto quasi tutti i punti di vista. La wii mi ha fatto tornare bambino. Ho solo due console in casa: il nintendo 8bit e questa.
    "Geniale" non rende abbastanza quello che la wii rappresenta. Finchè non ci si gioca abbastanza non si può capire che tipo di rivoluzione la Nintendo abbia portato nei videogiochi. Se non ce l’avete, procuratevela.

SUPER PAPER MARIO
    Capolavoro annunciato che non ci prova nemmeno a deludere le aspettative. Questo gioco è quanto di più geniale si possa trovare nel panorama videoludico, in assoluto. Dimostra la piena padronanza della storia dei videogiochi che hanno alla Nintendo, fornendo uno dei gameplay più originali e innovativi che si siano mai visti.
    Per capire cosa intendo, date un’occhiata a qualche filmato (il terzo di quell’elenco è perfetto).
    Must have.

SPIDERMAN: FRIEND OR FOE
    In italiano "amici o nemici". Grandissimo gioco dal sapore arcade, molto bello da vedere e divertente da giocare, soprattutto data la possibilità di farlo in due, con un amico che interpreta un altro personaggio dell’universo Marvel (o più in particolare delle storie di Peter Parker). Peccato solo per il supporto praticamente nullo dello Wiimote (ogni mossa fattibile muovendo il remote/nunchuk è replicabile con una combinazione di tasti).

CRASH OF THE TITANS
    A dimostrazione che la Wii sta spopolando, e che sempre più software house cercano di accaparrarsi una fetta di mercato della Nintendo, ecco un capitolo del famoso e divertente Crash Bandicoot sulla Wii, quando doveva essere un marchio riservato alla Sony. Prrrrrr!
    Bellissimo gioco, divertentissimo, vario e colorato. Si finisce in meno di dieci ore ma è rigiocabile alla grande, anche solo per sbloccare tutti gli assurdi costumi di Crash. Unica pecca, ma anche no: è single player only.

ASTERIX AT THE OLYMPIC GAMES
    Sorpresone delle sorpresone! Pensavo fosse un giochino scemo tirato via alla bell’e meglio, invece mi sono ritrovato un prodotto curatissimo, colorato e divertente!
    La campagna single player vi porterà via poco più di sei ore di gioco, e vi sarà utile per sbloccare i giochi e i personaggi per la modalità olimpica.
    Il gioco acquisisce un pacco di punti quando vi si gioca con un amico: oltre alla classica modalità olimpica alla Track&Field, infatti, è possibile giocare anche tutta la campagna in due, manovrando gli inossidabili Asterix e Obelix (e il piccolo Idefix ^__^).
    Consigliatissimo.

ENDLESS OCEAN
    Precedentemente conosciuto come "Forever Blue". Mi aveva incuriosito fin da subito, in quando ho una sorta di fobìa per le acque profonde e i suoi abitanti, e l’idea di poterli esplorare seduto sul divano mi intrigava parecchio.
    La curiosità si è via via smorzata vedendo screenshot e filmati che non facevano che confermare che fosse un semplicissimo gioco di esplorazione piuttosto fine a se stesso.
    Una volta giocatoci, però, ho scoperto che è proprio questo il punto di forza di questo titolo. Una volta fatto partire, a forza di "do un’occhiata qua", "aggiungo ‘sto pesce all’enciclopedia e poi smetto" "oh, è il periodo di deposizione delle uova degli squali martello, vado a vederli", una volta chiuso il gioco mi sono accorto di averci passato più di tre ore quando pensavo di averci giocato una ventina di minuti al massimo.
    C’è poco da fare, Endless Ocean è fatto proprio bene, è convincente nella grafica e soprattutto nelle animazioni delle creature marine, e sa essere incredibilmente immersivo (è il caso di dirlo, ghghgh) e rilassante.

METROID PRIME 3: CORRUPTION
    Altro capolavoro annunciato e atteso alla follia. Metroid effettivamente pone lo standard per i controlli degli FPS sulla Wii. Qualunque altro titolo dello stesso genere dovrà necessariamente fare i conti con questo gioco per riuscire ad imporsi.
    A parte questo, ci ho trovato ben poco altro. L’ambientanzione è si fantascientifica, ma di quel tipo piatto e blando che sa di già visto, che non aggiunge nulla di personale come invece fa ad esempio la saga di Halo (per quando mi faccia piuttosto schifo pure quella).
    Mi rendo conto che possa essere una critica personale, quindi tornando all’obiettività, si può dire che Metroid è un FPS, si, ma all’orientale, qualunque cosa questo significhi. In poche parole, non pensate di ritrovarvi un titolo di azione adrenalinica, ma piuttosto uno Zelda fantascientifico con visuale in soggettiva. Stesso livello di azione, stessa logica di concezione dei livelli e dei mostri, e soprattutto stessa quantità di enigmi (e se in Zelda ci stanno alla grande, in un FPS io li ho trovati parecchio indigesti, non so voi).
    Abbandonato per noia dopo quattro o cinque livelli. Tecnicamente ineccepibile, comunque.

LEGO STAR WARS: THE COMPLETE SAGA
    Semplice porting dei due giochi per PC e console ("Lego Star Wars" e "Lego Star Wars: the original trilogy") fusi insieme in unico gioco.
    L’ho iniziato da poco ma le innovazioni mi sembrano scarse se non del tutto assenti. Questo nel bene e nel male… I giochi di Lego Star Wars sono comunque carini e ben fatti, anche se personalmente non sono mai stato convinto della loro giocabilità.
    Con questo porting secondo me alla Lucas hanno perso un’occasione d’oro: potevano aggiungere il supporto del Wiimote come si deve, ad esempio facendo controllare direttamente la spada laser, ma invece non ci hanno nemmeno provato, e il gioco si può controllare tutto con la classica combinazione di tasti, così come si può fare su qualsiasi altra console.

THE SIMS 2 ISLAND
   
Nome europeo di The Sims 2: Castaways
    Se non ho mai apprezzato la serie dei Sim-qualcosa, odio con tutto il cuore la serie dei Sims. Posso capire però come mai vendano così tanto, soprattutto tra i casual gamer, quelli che hanno un account su Second Life, e chi guarda il Grande Fratello.
    Questo Island però mi sembrava diverso. Sembrava cogliere gli aspetti attraenti di Lost, e metterli alla portata di tutti anticipando l’uscita del gioco ufficiale di detto telefilm.
    Ed effettivamente, la prima mezz’ora di gioco mi ha preso non poco. poi però, cominciano a spuntare gli infiniti indicatori dei bisogni più assurdi del proprio Sim, che pian piano diventa a diventare triste, poi arrabbiato, e trasferisce a me l’angoscia che ogni Dottor Frankestein ha provato.
    Ho smesso di giocarci dopo un’oretta di gioco, nel momento in cui il mio Sim si rifiutare di fare qualsiasi cosa finchè non avessi alzato il suo bisogno di divertimento (ma non potevo farlo, visto che si rifiutava di giocare con le scimmie, unico modo di alzare il suo bisogno di divertimento. : | GG.).

THE SIMPSONS GAME
    Gioco enorme che comprende davvero un sacco di personaggi, episodi e ambienti della famosissima saga, ormai arrivata oltre la sedicesima stagione in America.
    La grafica è in Cel-Shading, realizzata ad hoc e davvero molto molto fedele al cartone animato. Il gioco contiene anche spezzoni presi dalle varie puntate e addirittura altri realizzati ex-novo.
    La penalità di questo gioco, però, è purtroppo la più grave: la giocabilità. La telecamera infatti si muove davvero male, rendendo i controlli imprecisi e frustrando il giocatore obbligandolo a ripetere alcune mosse che sarebbero anche banali, come ad esempio un salto da una piattaforma ad un’altra, ma che con la telecamera automatica diventano difficilissime.
    Peccato davvero, perchè per il resto sembrava davvero un lavoro curato e molto ben fatto.
    Da segnalare che la versione PAL contiene comunque il gioco solamente in inglese. Non so se è in dirittura d’arrivo una versione italiana, ma mi pare strano.

EA PLAYGROUNDS
    Altro gioco targato EA, come quello dei Simpsons, che altro non fa che confermare come questa software house sia troppo impegnata a contare i soldi che fa con i titoli sportivi che caga fuori ogni anno per dedicarsi a fare un game testing decente ai giochi che fa realizzare ad altri.
    EA Playgrounds è un giochino piuttosto infantile, per un pubblico infantile, che ha la discutibilissima scelta di utilizzare le frecce a croce del remote come sistema di controllo. E non tenendo il remote in orizzontale, come per Super Paper Mario, ma proprio in verticale. Una scelta più scomoda non credo potesse essere fatta.
    A parte questo, i giochini sono tanti, alcuni sono divertenti, altri no, ma non si tratta altro che dell’ennesima collezione di mini-games come ne sono uscite tante.
    Se davvero vi piacciono, vi consiglio allora "Carnival Games", piuttosto che questo.


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